Quest’anno Halloween mi lascia indifferente non procurandomi alcuna ansia quale dove andare e cosa mettere e chi ci sarà e fuori fa freddo e c’è la nebbia e non ho molta voglia ma dolcetto o scherzetto e ehi sono giovane devo uscire e conoscere altri giovani (tzè, come se fossi capace a socializzare); in poche parole quest’anno di Halloween a me batte il cazzo.
Forse la voglia di festeggiare mi manca un po’ perché non ho ancora realizzato che è ottobre (cioè siamo già passati all’ora solare cosa che ha scombussolato tantissimo il mio orologiaio interno) un po’ perché sento di aver passato la fase in cui dovevo fare per forza di cose qualcosa per la festa X.
Sono sicura però che Halloween 2010 ha a che fare con la totale apatia che mi ha colpito quest’anno in relazione alla festa degli zombie viventi.
Ho pochi ricordi della festa dello scorso anno. Al tempo ero in Polska per il mio anno sabbatico; ricordo che abbiamo iniziato la serata a casa. Avevo deciso di vestirmi da arcobaleno disegnandomi delle linee colorate sulle guance mentre la mia coinquilina aveva optato per il costume da gatta; una gatta un sacco figa. Avevamo deciso di rallegrare la serata bevendo noi due un’intera bottiglia di vodka nel giro di un’ora, decisione non saggia da parte mia in quanto la mia coinquilina era ucraina e in questo caso valeva il cliché della ragazza dell’est che beve e nulla accade. Nel tragitto verso la festa ci siamo fatte foto con sconosciuti alla fermata del pullman, abbiamo gridato e riso rumorosamente e barcollando, ero io quella che barcollava non la mia coinquilina, lei sinuosa come una gatta correva sui tacchi con una grazia felina, siamo arrivate alla festa.
Tutto ciò che scriverò da qui in poi è frutto di sfuocati ricordi, foto scattate a caso e racconti di altri.
Arrivate alla festa ho mangiato un bel po’ di jelly shots, ovvero vodka sotto forma di gelatina in questo caso al gusto di ciliegia, e apparentemente anche del sushi. Perché ci fosse del sushi e perché io l’abbia mangiato rimane un mistero. Dalle foto di quella sera posso dire che ho abbracciato molte persone persone a caso(leggi sconosciuti), e nelle foto c’è un evidente tentativo di sorridere e mettermi in posa con la grazia di una ragazza che sta per vomitare da un momento all’altro.
Sì, lo so, non è una cosa bella da dire ma è ciò che ho fatto per il 60% della mia serata.
Ho Vomitato L’Anima.
In bagno, sulla porta del bagno, addosso una giacca, in un cestino, fuori dal locale nell’angolo sulla sinistra, nel lavandino e mi fermo qui.
Ricordo la mia cara coinquilina che mi mette la giacca addosso e decide di portarmi a casa. Ricordo anche la sua voce mentre mi ripete di non vomitare se devo perché siamo sul treno e non posso vomitare sul treno e cazzo non vomitare che la prossima fermata è la nostra. Ricordo benissimo l’aria gelata appena scese dal treno e la mia brillante idea di togliermi le scarpe perché avevo male ai piedi. Ci aspettavano venti minuti di camminata; a sette minuti da casa sono salita su un taxi.
Il seguente ricordo che ho è qualcosa che raccontato a voce fa davvero ridere: mi sveglio alle cinque del mattino con la paura di dover nuovamente vomitare, quindi memore del fatto che la pasta scotta al tonno è il mio rimedio post-sbronza preferito decido di farmi questa pasta al pomodoro e tonno. Taglio pomodorini, faccio un soffritto di cipolla, scopro che il tonno manca, mi maledico per la mancanza di tonno, butto la pasta nell’acqua, aspetto che la pasta diventi molle e scotta. Il tutto in cucina con la luce accesa e con solo le mutande addosso. Dettagli: in Polonia non si usano le serrande e il mio secondo coinquilino era un ragazzo turco.
Il giorno dopo devo aver pensato che non toccherò mai più vodka.
Mmmmsì.
Un anno dopo l’idea del gusto della ciliegia mi fa venire la nausea.
Io domani sera sto a casa.
Buon Halloween.
A.M.C